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"Meh Magiò”

Aggiornamento: 6 set 2020


"Meh magiò" (con la "o" di "orco" e non di "oca") !!" ..... cosa vuol dire ? ... E’ una esclamazione, in semi-dialetto romagnolo, di gioia (contenuta) nel momento in cui si conclude vittoriosamente una tornata di mah-jong !!! Italia e Taiwan, ancora qualcosa in comune: il gioco del Mah-Jong! Perlomeno, Ravenna e Taiwan. A Ravenna è un gioco molto popolare, a Taiwan potrebbe essere un quasi-“gioco nazionale”

Questa storia di Ravenna come città in Italia ove il mah-jong è presente da inizio 1900 è una bella storia e molto misteriosa: ancora non si sa esattamente né come né perchè un tal gioco così "esotico" abbia preso piede proprio a Ravenna. Forse x via del porto commerciale, di qualche marinaio di origini cinesi che durante il suo sbarco in città ha insegnato il gioco a qualche “locale” che poi ne ha tramandato la conoscenza e le tradizioni ....

Comunque sia, ancora adesso in molti bar, circoli, bagni al mare …. si può ascoltare il rumore delle tessere durante il mescolamento, una sorta di cik-ciak che non ha eguali in altri giochi da tavolo. E’ talmente caratteristico che una volta mentre passeggiavo con i miei parenti in una stradina laterale a Taipei, udii questo rumore da una finestra di un appartamento, subito lo riconobbi e per me fu proprio una sensazione “casereccia”. A Taiwan, inutile sottolinearlo, è conosciutissimo anche se con regole diverse dalle nostre. Il mahjong si gioca un pò come a Scala 40, ogni giocatore ha un certo numero di tessere e pescando dal mucchio centrale deve comporre tris o scale. Al di là delle regole, mi hanno sempre affascinato i disegni ed i significati di alcune tessere come i draghi : quello rosso ( in Cinese, Chung, ovvero successo, achievement ), quello verde ( in Cinese, Fa, ovvero inizio, start ) e quello bianco ( in Cinese, Pai, ovvero mistero, unknown ). Per non parlare poi delle Stagioni e dei Fiori. Last but not least, i venti. Saper giocare a mahjong proveniendo dall’ estero è stato importante, xchè mi ha reso la possibilità di sedermi ad un tavolo, fin da subito appena arrivato, senza conoscere una parola di cinese ma in grado di condividere con familiari ed amici una loro passione, che era ed è anche la mia. Un po’ come quando due bambini senza mai essersi visti e conosciuti prima, si ritrovano sulla spiaggia a giocare con paletta e secchiello: non c’è bisogno di sapersi tanto parlare.

Per i più curiosi, ci sono tanti siti web su Internet su cui documentarsi, in Italiano ma anche in Inglese. Wikipedia lo presenta, a mio pare, molto bene. In particolare, a me piace molto questo sito, https://digilander.libero.it/civis_romanus/mahjong/, che però, assurdamente, nella sua trattazione storica del gioco in Italia, non cita assolutamente Ravenna … Se ricordo bene, in Giappone, esiste ( o esisteva ? ) un Museo del Mahjong con una raccolta “infinita” di set provenienti da tantissimi paesi ed anche molto antichi. Molto interessanti poi sono i riferimenti cinematografici : io ricordo un David Niven alle prese con uno scarto molto ….. “pericoloso” nel finale di una partita giocata con alle spalle credo la muraglia cinese, in cui la posta in gioco non erano soldi ma qualcos’altro di più “vitale”.

Come anticipato, per noi Ravennati, sono semplicemente “cose di casa”……….

Cenni storici

Secondo la leggenda fu inventato circa 2500 anni fa da un pescatore cinese che, vedendo i suoi marinai annoiati sulla giunca, pensò a cosa poteva fare per tenerli occupati. Inventò così questo gioco incidendo 144 pezzi di legno di ugual misura con vari tipi di simboli; fu poi battezzato col nome Mah-Jong ovvero "passero amico", dedicato al volatile che soleva seguire il pescatore.

Questa è solo una leggenda che da alcuni è raccontata con particolari diversi, ma sembra più probabile sia nato intorno al 1120, anche se l'unica cosa certa è che fino al 1851 era un gioco di appannaggio delle corti imperiali: vi potevano giocare l'imperatore, i suoi figli e le sue concubine, mentre almeno fino alla metà del '600 il resto della nobiltà ne era esclusa.

Da Wikipedia :

“Nel 1923 alcuni venditori ambulanti cinesi erano sbarcati in diverse città portuali italiane e, nel tempo libero, giocavano a Mah Jong agli angoli delle strade. A Ravenna il gioco appassionò subito gli abitanti. Il commerciante ravennate Michele Valvassori (1906-1977) fu il primo a fabbricare le tessere da gioco in Italia, insieme alle stecche. Da allora il Mah jong divenne popolare in tutta la provincia di Ravenna, poi nel resto della Romagna, praticato assiduamente nei bar e nei circoli cittadini.[1] In Emilia il gioco si diffuse ben presto nel Reggiano, e in particolare a Correggio – come testimonia lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, lui stesso giocatore[2] – dove nell'autunno 1982 fu girato un mediometraggio intitolato proprio Mah-Jong.[3] Nell'ottobre 1987, a Riolo Terme (paese dell'Appennino romagnolo), si è tenuto il Congresso Costitutivo che ha sancito la nascita della Federazione Italiana Mah Jong.” ( immagine da Museum of Mahjong, Prefettura di Chiba, JP )

Tessere

Mentre in Italia ( Ravenna ), le tessere sono abbastanza sottili e durante il gioco vengono appoggiate ad una stecca di legno che le espone al giocatore in senso obliquo verso l’ alto, a Taiwan le tessere sono molto più grosse e durante il gioco vengono appoggiate verticalmente sul tavolo. Se con le carte da Scala 40, ci sono 4 semi ( cuori, quadri, fiori, picche ), nel mahjong ce ne sono 3 (palle, canne, caratteri ). Mentre nelle prime due serie, è abbastanza facile intuire il valore contando il numero di elementi incisi sulla tessera, con i caratteri ….. in Italia c’è rappresentato il numero in cifre arabe, a Taiwan no, percui bisogna esercitarsi prima a riconoscere velocemente il carattere cinese. In maniera analoga per i Venti, sulle tessere “Italiane” è stampigliato anche la lettera che lo rappresenta (N,E,S,W), nelle tessere Taiwanesi no, anche se i simboli sono abbastanza chiari.

Strategia di gioco

Come a Scala 40, all’ atto della chiusura ( meh magiò ) da parte di qualcuno, si vanno a contare i punti, sia del vincitore che dei perdenti. Qui le regole si fanno abbastanza complesse da spiegare a voce, ma in senso lato, mentre con le regole Italiane, i vari giocatori, anche quelli perdenti, si compensano a vicenda e quindi è importante, durante il gioco, costruirsi un mah jong ricco di raddoppi, tris, ecc. da far valere con gli altri perdenti per recuperare da questi ultimi punti, con le regole Taiwanesi guadagna punti solo il vincitore, gli altri perdono solamente. Di conseguenza, a Taiwan, è molto più importante chiudere in fretta anche con mahjong anche di poco valore piuttosto che stare a “cincischiare” per accumulare punti. Un bel salto di qualità. ( personalmente in peggio, ma così è ).

Suoni

Pong : ovvero “ho fatto tris”

Kong : ovvero “ho fatto poker”

Chi : ovvero “prendo/mangio il tuo scarto”

Woo: … “meh-magiò!!!"

Dedicato a Massimo Godoli Peli, Ravennate in Taipei, burattinaio.

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