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Saisiyat: i Popoli Indigeni di Taiwan ( Parte 2 )

Aggiornamento: 5 ago 2020


Come anticipato nella prima parte dedicata ai I popoli indigeni di Taiwan ( Parte 1 ) la storia prosegue con maggiori dettagli relativi alla popolazione dei Saisiyat.

I Saisiyat sono stati ufficialmente riconosciuti come un gruppo indipendente nel 1919. Attualmente si mescolano tra la tribu degli Atayal e gli Hakka. Insieme contano una popolazione di 543.661, mentre i Saisiyat sono 6.258 (Source: Council of indigenous People, July 2015)

Si dice che alle origini i Saisiyat migrarono verso le montagne per evitare disastri naturali, infatti in origine essi vivevano sulla zona costiera delle contee adiacenti di Taoyuan, Hsinchu e Miaoli. Ora, la maggior parte di loro vive nelle regioni montuose di Hsinchu e Miaoli County, dove appunto troverete anche il museo a loro dedicato, il SaySiyat muesum.

Tuttora membri della tribù dei Saisiyat abitano intorno al lago di Xiangtian, nel 2015 vi erano circa 30 famiglie per un totale di circa 140 persone, purtroppo pero’ al giorno d’oggi la popolazione e’ nettamente inferiore perche’ le giovani generazioni si spostano alla ricerca di lavoro e per studiare. Il lago di Xiangtian resta comunque la “casa” dei Saysiat, il luogo dove preservare e mantenere la cultura della tribu’, la lingua e i rituali.

Secondo i recenti studi, il lago di Xiangtian era originariamente abitato e coltivato dagli Hakka; all’epoca infatti la tribu’ Saysiyat viveva ad est e ad ovest del villaggio di Nanchuang. A seguito di un progetto giapponese per la difesa delle zone aborigene intorno al 1909, un grande numero di Han estese il controllo dei loro territori dalla pianura verso la montagna. Ci sono voluti piu’ di 100 anni – di battaglie contro i Giapponesi e gli Han che si espandevano verso le montagne – perche’ venisse riconosciuto il lago di Xiangtian come territorio e casa degli SaySiyat.

Il lago di Xiangtian , “rareme:an ” in lingua Saisiyat , si trova a circa 700 metri sul livello del mare. “rareme:” significa “tingere” mentre “an” e’ “il posto dove le piante che rilasciano il colore crescono”, quindi “il posto delle piante coloranti”!

Qui si trova il SaySiyat museum, un luogo dove viene rappresentata la complessita’ della tribu’, la lingua, le tradizioni e i rituali. Il museo e’ piccolo ma offre una panoramica abbastanza completa. Foto e materiale sono accompagnate da indicazioni e informazioni anche in lingua inglese. Il museo e’ chiuso di lunedi’.

Il lago di Xiangtian e’anche il luogo dove si tiene il rituale del“paSta’ya” ( Short Spirit Cerimony, che tradotta in italiano suona come la “cerimonia degli spiriti nani”). E’ in assoluto il rituale piu’ importante per gli SaiSiyat. Il paSta’ya si tiene durante un giorno di luna piena, dopo il raccolto, intorno al 15 giorno del decimo mese lunare…. Chiaro no?

Un piccolo rituale accade due volte all’anno, mentre quello ufficiale – appunto il maggiore – e’ una volta ogni 10 anni. Il tutto accade intorno al lago di Xiantian ( Nanzhuang) e al Da’ai Village (Wufen).

Secondo la leggenda, delle persone di bassa statura dalla pelle scura vivevano vicino ai Saisyat. Questi piccolo uomini insegnarono alla tribu’ vicina come migliorare le loro tecniche agricole ed effettivamente i loro raccolti migliorarono. Tuttavia, erano soliti molestare le donne della tribu’ Saisyat, scatenando la furia degli uomini della tribu’. Un giorno, un uomo Saiysiat uccise tutti i membri della comunita’ vicina ad eccezione di una coppia di anziani che aveva predetto dei futuri cattivi raccolti. I due sopravvissuti maledirono la tribu’ Saisiyat avvertendo che la loro ingratitudine portera’ sfortuna e pessimi raccolti. I Saisiyat celebrano il“paSta’ya” per rendere omaggio all’ingiustizia subita dai loro antenati e placare la collera degli spiriti!

L’intero rituale dura per piu’ di un mese e include cerimonie e riti di un tempo, ad esempio durante tutto il periodo del rituale, tutti e tutto ( persone e cose come utensili, case ) vengono avvolti da “silver grass” un erba che cresce in abbondanza nella zona, per scacciare gli spiriti. Questa regola deve essere osservata non solo dai residenti ma anche dai turisti. I turisti possono infatti partecipare alla cerimonia ma non ai riti piu’ sacri. Il silver grass non puo’ essere rimosso fino alla fine del rituale.

Inoltre le donne in attesa e i loro mariti non possono partecipare ai rituali per evitare che gli spiriti abbiano una cattiva influenza su di loro e la loro presenza potrebbe addiritura compromettere il rituale intero. Nessun litigio deve accadere durante il rituale, se la gente non e’ capace di avere un attegiamento armonioso verra’ punita dagli spiriti dei nani.

Un’altra festa importante e’ il “Oemowaz Ka kawas” che include il rituale della cerimonia del sole, della pioggia, del vento e delle epidemie. Puo’ durare da 1 a 3 giorni e durante ogni giorno ci sono dei rituali specifici. L’acqua e’ l’elemento principale e non sara’ possibile bere acqua durante tutta la giornata ( almeno non sul sito del rituale). Durante il rito, porte e finestre devono restare ben chiuse a simboleggiare la calma del vento e per scacciare le malattie.

Al “Walo Cultural center” lungo la via del ritorno, potrete fermarvi per un caffe’ o un drink e guardare un video di circa 40 minuti in lingua inglese che spiega nei dettagli le varie cerimonie e credenze.

La componente di base della struttura sociale Saisiyat è la casa (tau’an), che si forma attraverso il concetto di una cucina comune; la maggior parte delle abitazioni sono ereditate dal figlio maggiore o il figlio più giovane, e il resto è distribuito proporzionalmente tra gli altri bambini.

La loro struttura sociale è quella di una tipica società di clan patriarcale.

Il cognome è il principio di base per distinguere i membri dei gruppi Saisiyat, pertanto i cognomi sono un concetto utilizzato come un sistema di classificazione, quindi un certo cognome fara’ sempre parte dello stesso clan e si occupera’ sempre dello stesso genere di lavoro.

Ogni clan è uguale e ha gli stessi diritti invece negli affari politici tribali. Le donne non sono autorizzate a praticare il potere dell’autorità a meno che non ci siano uomini della famiglia. Il matrimonio tra lo stesso clan e’ vietato.

Alcuni clan hanno il privilegio di diventare sacerdoti di riti specifici: la famiglia dei “Chu”, per esempio, e’ responsabile della “Cerimonia di Spirito Nano”, i “Pan” del “Oemowaz Ka kawas” e così via!

Per concludere aggiungo che buona parte di queste informazioni mi sono state raccontate da una persona che e’ sicuramente molto preparata sulla cultura e la storia delle tribu’ aborigene Taiwanesi, altre le ho cercate online, quindi le fonti possono essere piu’ o meno attendibili, ma confrontanto le informazioni su siti diversi il tutto quadra!

Estremamente consigliata una giornata intorno al Lago di Xiangtian, il SaySiyat muesum e il centro culturale di Walo per scoprire di piu’!

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